Rafforzare i servizi di assistenza sociale per sostenere la capacità genitoriale ed i bambini e le famiglie che vivono in condizioni di fragilità e vulnerabilità. Estensione del programma P.I.P.P.I. (M5, C2, Misura 1.1)


facebook|telegram|twitter
Argomenti 
img
DescrizioneDescrizione

Il Programma P.I.P.P.I. è il risultato di una collaborazione tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Laboratorio di Ricerca e Intervento in Educazione Familiare dell'Università di Padova, i Servizi sociali e di protezione e tutela minori nello specifico, come le cooperative del privato sociale, alcune scuole e ASL che gestiscono i servizi sanitari degli enti locali coinvolti.

Esso rappresenta il tentativo di creare un raccordo tra istituzioni diverse (Ministero, Università, Comuni) che condividono la stessa mission di promozione del bene comune, oltre che tra professioni e discipline degli ambiti del servizio sociale, della psicologia e delle scienze dell'educazione, allo scopo di fronteggiare unitamente la sfida di ridurre il numero dei bambini allontanati dalle famiglie.

Il Programma P.I.P.P.I. persegue la finalità di innovare le pratiche di intervento nei confronti delle famiglie cosiddette negligenti, al fine di ridurre il rischio di maltrattamento e il conseguente allontanamento dei bambini dal nucleo familiare d'origine, articolando in modo coerente fra loro i vari ambiti di azione coinvolti intorno ai bisogni dei bambini che vivono in tali famiglie, tenendo in ampia considerazione la prospettiva dei genitori e dei bambini stessi nel costruire l'analisi e la risposta a questi bisogni.

L'obiettivo primario è dunque quello di aumentare la sicurezza dei bambini e migliorare la qualità del loro sviluppo, secondo il mandato della Legge n. 149 del 28 marzo 2001.

L'acronimo P.I.P.P.I. (Programma di Intervento Per la Prevenzione dell'Istituzionalizzazione) intende rifarsi al personaggio televisivo di Pippi Calzelunghe, figura simbolica che esprime le infinite potenzialità dei bambini e le capacità di far fronte in maniera positiva alle difficoltà, grazie anche al sostegno delle reti sociali e dei legami affettivi, che può permettere loro di arrivare a un recupero nelle situazioni di vulnerabilità familiare.

L'esperienza propone linee d'azione innovative nel campo del sostegno alla genitorialità vulnerabile, scommettendo su un'ipotesi di contaminazione fra l'ambito della tutela dei "minori" e quello del sostegno alla genitorialità. In questo senso, essa si inscrive all'interno delle linee sviluppate dalla Strategia Europa 2020, per quanto riguarda l'innovazione e la sperimentazione sociale, come mezzo per rispondere ai bisogni della cittadinanza e spezzare il circolo dello svantaggio sociale.

L’implementazione della sperimentazione è partita dalla sperimentazione nel 2011-2012 nelle città italiane riservatarie della Legge 285/1997, passando dal 2014-2015 all’estensione agli ambiti territoriali appartenenti alle Regioni e alle Provincie autonome, con somme a valere sul Fondo per le politiche sociali. I numeri ci raccontano un aspetto della realtà, testimoniando la progressiva estensione che, nel corso degli anni, ha visto il coinvolgimento di numerosissime famiglie, bambini, ma soprattutto ha formato al metodo operatori e referenti locali.

 

Ambito: Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore

CUP: I24H22000320006

Struttura referente: Settore Politiche Sociali e Manutenzione Patrimonio Edilizio

Importo attribuito: 211.500,00

Stato: attività in corso

Info Utili Info Utili
File Documento File Documento
Ufficio Responsabile Ufficio Responsabile
Allegati Allegati